Associazione di volontariato Idra
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Firenze, 7.1.’03
LETTERA APERTA
a Sergio COFFERATI
Gentile dottor Cofferati,
la nostra associazione ha appreso dagli organi di stampa della Sua presenza nella nostra città, il prossimo venerdì 10 gennaio al Palazzo dei Congressi, nella circostanza di un convegno dal titolo "Politica e movimenti, costruiamo insieme un futuro diverso".
Cogliamo questa occasione per permetterci di rammentarLe la nostra delusione, di cui Le scrivemmo il 10 settembre scorso, per il Suo mancato riscontro a quanto Le avevamo segnalato il 17 maggio 2002 circa le gravi conseguenze sociali della politica nazionale in tema di infrastrutture pesanti, condivisa dall'Ulivo, difesa dal sindacato, confermata e rilanciata dal centro-destra. In particolare, ci riferivamo agli effetti nefasti del progetto nazionale di Alta Velocità ferroviaria TAV Spa sulla finanza pubblica e sul territorio, a motivo della sua realizzazione secondo un modello economico e trasportistico di assai dubbia utilità pubblica (1), fonte di lavoro 'drogato' e per di più assoggettato a condizioni assai poco dignitose. Effetti che sono ormai da anni ben rilevabili anche nella nostra Toscana.
Ci preoccupa non poco, gentile dottor Cofferati, constatare che la stessa "formula" dell'Alta Velocità già a suo tempo avallata dal centro-sinistra (2) viene a quanto pare integralmente riproposta per l'analoga impresa del "Ponte sullo Stretto". Dai segnali concreti che leggiamo sul nostro territorio toscano, dove le "grandi opere" fortemente volute anche dal locale centro-sinistra sono spietatamente cantierizzate, ricaviamo il fondato timore che non si sia colta l'essenza profonda di politiche che a parole si richiamano al progresso, allo sviluppo della nazione ed alla crescita dell'occupazione, ma che in realtà stanno portando il Paese al tracollo finanziario e incrementano esponenzialmente il degrado ambientale (3).
Dobbiamo ricordare, gentile dottor Cofferati, che il sindacato dimostra nei fatti un attivo e convinto consenso per queste politiche infrastrutturali, che fanno aumentare il gap col Sud, abbandonato al degrado, alla disoccupazione e all'emigrazione forzata, nel nostro caso nelle malsane gallerie TAV fra Firenze e Bologna. La costrizione al ciclo continuo e agli straordinari legalizzati nei contratti edili stipulati col CAVET (il consorzio di imprese costruttrici della TAV fra Firenze e Bologna, con Impregilo capocordata) e difesi dal sindacato, in contesti di rischio permanente per la salute, per la sicurezza e per la stessa sopravvivenza dei lavoratori tenuto conto delle gravi omissioni e insufficienze progettuali ormai attestate in ogni sede istituzionale, rappresentano a nostro avviso indicatori assai bassi di democrazia, di legalità e di partecipazione. La segreteria provinciale della FILLEA CGIL di Firenze riteniamo potrebbe testimoniarLe quanto e come - anche in sede locale - quel sindacato da cui tanti si aspettano segnali di un futuro diverso abbia invece inteso e intenda garantire e proteggere proprio la strategia delle "grandi opere", nonostante le condizioni vessatorie denunciate nelle rivendicazioni e negli appelli di tanti operai e delle loro famiglie.
TAV, superponti e nuove autostrade non ci paiono corrispondere agli interessi dei lavoratori, bensì a quelli delle "grandi imprese" incastonate nelle sapienti architetture contrattuali sostenute dal denaro della collettività. Come la FIAT, cui è stato affidato il remunerativo ruolo di general contractor sulla tratta ferroviaria TAV Bologna-Firenze, ma che non risulta poi in grado di mantenere i livelli occupazionali nello stesso comparto base dell'auto.
Ci interroghiamo quindi sul senso del futuro diverso al quale fa riferimento il titolo del convegno. Nel presente, sulla base dei dati oggettivi, seguitiamo a temere per il nostro Paese e per i lavoratori un futuro diverso sì, ma in peggio. Paventiamo anzi, come Le scrivemmo il 17 maggio 2002, e come pure ha recentemente ipotizzato - leggiamo - l'economista Marcello De Cecco (Il Venerdì di Repubblica, 13.12.'02) ancora a proposito del progetto TAV, uno scenario di tipo argentino.
Noi auspichiamo dunque che al convegno del 10 gennaio si parli, come a Lei in passato avevamo chiesto, di contenuti concreti. Non ci risulta, ad esempio, che il movimento dei professori si sia mai occupato di quello scandalo degli scandali che è il gigantesco indebitamento finanziario, ambientale e sociale che le politiche infrastrutturali sottese a queste "grandi opere" lasciano sulle spalle delle future generazioni, anche nella Firenze democratica che enfaticamente La accoglie. Qualsiasi nuovo soggetto politico che non faccia i conti con la dura realtà dei fatti rischierebbe di perdere e far perder tempo, a nostro avviso, in astratti esercizi intellettuali. La mancanza di concretezza fra i temi in agenda il prossimo 10 gennaio farebbe dubitare che lo scopo dell'incontro sia effettivamente la progettazione di un positivo domani del Paese. Ci pare del resto che l'annunciata presenza al convegno - fra gli interventi - di figure istituzionali che hanno svolto e svolgono un ruolo di sostegno oggettivo alla "globalizzazione TAV", alla spesa pubblica squilibrata e fuori controllo che la caratterizza e al depauperamento di preziose risorse sociali e ambientali che ne deriva (pensiamo ad esempio al presidente della Regione Toscana Claudio Martini o al sindaco di Firenze Leonardo Domenici) rischi di convalidare i nostri timori.
La salutiamo cordialmente.
Il vicepresidente, Pier Luigi Tossani
Il presidente, Girolamo Dell'Olio
(1)
Si veda in proposito il volume "Alta Velocità: valutazione economica, tecnologia e ambientale del progetto" (CUEN, Napoli, 1997), che riassume i risultati di uno studio in materia redatto da un gruppo di tecnici qualificati (Virginio Bettini, Claudio Cancelli, Roberto Galantini, Paolo Rabitti, Angelo Tartaglia e Mario Zambrini) in vista di una conferenza tecnica di confronto con i proponenti del progetto Alta Velocità (Italferr e TAV), che ha avuto luogo fra settembre e novembre 1996 presso il Ministero dei Trasporti in Roma, anche alla presenza dell'allora ministro dei Trasporti Claudio Burlando.
(2)
Significativo in proposito il libro "Corruzione ad Alta Velocità, viaggio nel governo invisibile" (Koinè, Roma, 1999), di Ferdinando Imposimato, Giuseppe Pisauro e Sandro Provvisionato, con particolare riferimento alle osservazioni del giudice istruttore Ferdinando Imposimato, membro per tre legislature della Commissione Parlamentare Antimafia.
(3)
Illuminante in tal senso la lettura de "La storia del futuro di Tangentopoli" (DEI, Roma, 1998) dell'ing. Ivan Cicconi, direttore del QUA.S.CO. (Centro di Ricerca e Sviluppo del Costruire) e di I.T.A.C.A. (Istituto per la Trasparenza Aggiornamento e Certificazione Appalti, promosso dalle Regioni italiane e dagli operatori nazionali del settore).